Michele Di Donato discute del suo ultimo lavoro I comunisti italiani e la sinistra europea. Il PCI e i rapporti con le socialdemocrazie (1964-1884) edito da Carocci nel 2015.
L’Italia è l’unico paese occidentale dove il rappresentante principale della sinistra, per tutta la durata della Guerra fredda, è stato un partito comunista. Per quanto “anomala”, tuttavia, la sinistra italiana agiva in un contesto di relazioni e influenze europee e internazionali.
Basato su una vasta raccolta di fonti archivistiche in Italia e all’estero, il libro ricostruisce per la prima volta la rete di rapporti intessuta dal PCI con le maggiori socialdemocrazie europee a partire dagli anni Sessanta del Novecento.
Sono analizzati così il tentativo del PCI di allargare i propri riferimenti internazionali e la propria cultura politica, ma anche i limiti di questo impegno e le contraddizioni che esso aprì nel partito, i contenuti del dialogo con i partiti socialdemocratici e i giudizi e le iniziative di questi ultimi nei confronti dell’Italia e della sinistra italiana. Il percorso del Partito comunista italiano è esaminato alla luce di una storia più ampia, che riguarda le relazioni internazionali negli anni della Guerra fredda e il principio della crisi del comunismo; la trasformazione degli equilibri economici e politici dell’Europa occidentale, con la fine dell’“età dell’oro” del capitalismo, e la sfida che essa pose a tutte le sinistre; lo sviluppo, i cambiamenti e l’eredità dell’internazionalismo e dell’azione europea di comunisti e socialdemocratici.
L’autore ne discute con Alexander Höbel e Serge Wolikow. Coordina Roberta Biasillo.
18 dicembre 2015, ore 16:00-18:00
Biblioteca del Dipartimento di Storia Culture e Religioni
Sapienza Università di Roma