“La corruzione è oggi il principale strumento di penetrazione delle mafie nelle istituzioni”. Roberto Scarpinato spiega così il legame tra mafia e politica.
Dopo il crollo della Prima Repubblica il ceto politico ha progressivamente emanato una serie di leggi che hanno impedito il contrasto giudiziario alla corruzione. Oggi la corruzione è sostanzialmente impunita: su 60.000 detenuti, quelli condannati in sede definitiva per corruzione sono talmente pochi che non sono statisticamente riportati.
Tra la corruzione della Prima Repubblica e quella della Seconda c’è una differenza fondamentale. Nella prima, quando lo Stato italiano aveva il potere di emettere moneta e obbligazioni di Stato, poteva finanziare la spesa pubblica in modo illimitato e finanziava anche la corruzione. Dopo la fine della Prima Repubblica e poi con i trattati di Maastricht, e l’importanza dell’Ue manifestata in rigorosi vincoli di bilancio, non è più possibile finanziare la corruzione con la spesa pubblica. La corruzione però è rimasta e, anzi, è aumentata, ma ora si finanzia con il taglio ai servizi dello Stato sociale.
Uno dei più famosi casi di corruzione è il Mose di Venezia, 2 miliardi il costo iniziale previsto e costo finale, invece, di 6 miliardi, di cui 4 di spesa di corruzione. Nella Prima Repubblica questi 4 miliardi erano di spesa pubblica in più, nella Seconda sono tagli agli ospedali, alle scuole, alle pensioni.
Il Dipartimento di Culture, Politica e Società e il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino in collaborazione con HISTORIA MAGISTRA. Rivista di storia critica tornano a discutere sul legame tra mafia e corruzione con il Procuratore Generale della Corte di Appello di Palermo Roberto Scarpinato.
Saluti istituzionali: Franca Roncarolo (Direttrice del Dipartimento CPS) e Laura Scomparin (Direttrice del Dipartimento di Giurisprudenza)
Intervengono: Rocco Sciarrone (Dipartimento CPS) e Marco Pelissero (Dipartimento di Giurisprudenza)
1 dicembre 2017, ore 10:00
Aula Magna del Campus Luigi Einaudi
Università degli Studi di Torino