In occasione del collocamento in quiescenza del Prof. Angelo d’Orsi l’Università di Torino, con la collaborazione di HISTORIA MAGISTRA. Rivista di Storia Critica, organizza un incontro a due voci sul tema “La ricerca della verità: il giudice e lo storico”.
Angelo d’Orsi (storico del pensiero politico) e Roberto Scarpinato (procuratore generale) discutono di una analogia, quella fra il giudice e lo storico, più volte esplorata dalla storiografia, e non solo.
A partire dal 1769, quando l’erudito gesuita Henri Griffet traccia per la prima volte somiglianze e divergenze tra i ruoli di queste due figure, gli storici si sono esplicitamente misurati con la necessità di provare le proprie affermazioni e quindi con la ricerca della verità.
Note sono le pagine che Marc Bloch dedica a questo tema in Apologia della storia (ed. or. 1949). Egli sostiene che giudice e storico hanno come punto in comune “l’onesta sottomissione alla verità” ma se la finalità del primo è giudicare, quella del secondo è comprendere.
“Lo studioso – scrive lo storico francese – regista, anzi, meglio, provoca l’esperienza che forse capovolgerà le sue più care teorie. il giudice, qualunque sia il voto segreto del suo cuore, interroga i testimoni senz’altra preoccupazione all’infuori di quella di conoscere i fatti, quali essi avvengono. E’, in entrambi i casi, un obbligo di coscienza che non si discute. Eppure a un certo punto le loro strade divergono. Quando uno studioso ha osservato e spiegato, ha concluso il suo compito. Al giudice tocca ancora di dare la sua sentenza”.
Ancora, nel 1977, Le Goff ritorna sui nessi falsità/verità e ricostruzione storica/sentenza giudiziaria. Ogni testimonianza è falsa e vera allo stesso tempo; è il risultato di un montaggio, conscio o inconscio, dell’epoca e della società che lo hanno prodotto. Stando così le cose, lo storico non può fare a meno di ricercare gli indizi, interpretare le prove e riconoscere il ruolo attivo di chi ha costruito e manipolato le fonti.
In Italia, tra la fine degli Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, la questione del metodo per il raggiungimento di una “verità” storica è stata riposta da Carlo Ginzburg che ha usato, proprio in relazione al rapporto tra storico e giudice, l’espressione “paradigma indiziario”.
D’altro canto, anche il mondo del diritto si è interessato all’accostamento tra l’attività storiografica e quella giurisdizionale. Vale la pena di menzionare lo scritto di Piero Calamandrei Il giudice e lo storico (1939) dove, oltre a presentare analogie e differenze tra i due mestieri, l’autore si confronta con le implicazioni politiche di storia e diritto.
L’incontro offre nuovi elementi di discussione sul tema mettendo a confronto due protagonisti degli ambiti in questione.
Un dialogo tra Angelo d’Orsi (Università di Torino) e Roberto Scarpinato (Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Palermo).
Saluti del Magnifico Rettore Prof. Gianmaria Ajani.
Modera Gastone Cottino (Università di Torino).
30 novembre 2017, ore 18:00 – 20:00
Aula Magna del Rettorato
Università degli Studi di Torino
Via Verdi 8, Torino