Da Diacronie. Studi di Storia Contemporanea, N. 31/3 (2017).
Sosteneva Vittorio Foa, nel 2006, a proposito della rivoluzione:
«È da un po’ di tempo che rifletto sulla rivoluzione e, più precisamente, sulla nostalgia della rivoluzione. Il Novecento è stato un secolo caratterizzato da conflitti devastanti ma anche da processi rivoluzionari, il più importante e condizionante dei quali è stato senza dubbio la Rivoluzione d’Ottobre. Oggi possiamo ragionare a freddo sul 1917, comprendiamo quanto tragica sia stata l’esperienza del comunismo non solo in URSS. Eppure, in fondo, mi sembra che sia ancora diffusa una certa nostalgia del sogno rivoluzionario. Ancora più precisamente potrei dire che si tratta della nostalgia della fattibilità della rivoluzione, cioè per l’idea che una rivoluzione sia possibile, non per la rivoluzione in sé e per i suoi effetti concreti. Mi sono detto che forse questa è semplicemente una riflessione da vecchio, propria di chi ha attraversato tutto il Novecento, con qualche appendice nel nuovo millennio, e proietta sugli altri un pensiero legato alla sua personale esperienza. Ma forse non è proprio così».
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